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Nonostante una forte campagna mediatica la Corte di Assise di Cassino, presieduta dal Presidente del Tribunale, ha assolto tutti gli imputati.

15-07-2022 22:22 - Cronaca
Tutti gli imputati del processo per la morte di Cinzia Mollicone sono stati assolti con una decisione presa dalla Corte di Assise di Cassino nella tarda serata del 15 luglio 2022. Non vogliamo commentare la vicenda processuale perché non conosciamo gli atti. Vogliamo invece sottolineare come i magistrati di Cassino, la Corte d’Assise è presieduta dal dr. Massimo Capurso, non si siano lasciati influenzare dalla forte campagna mediatica a favore della tesi colpevolista. Diverse trasmissioni televisive delle principali emittenti nazionali hanno dedicato intere puntate alla vicenda. Una di questa, pochi giorni or sono, sapendo che era attesa la discussione finale e la sentenza è andata in onda con una trasmissione speciale di circa 4 ore nella prima serata. La puntata speciale riproponeva una serie di inchieste giornalistiche con inseguimenti agli imputati per carpire dichiarazioni. Nessun cenno faceva la trasmissione alle emergenze processuali che andavano prendendo forma come ad esempio un sopralluogo avvenuto il 10 giugno 2022 effettuato dalla Corte d’Assise sul presunto luogo dell’omicidio. Il presidente del Tribunale di Cassino che è la medesima persona fisica che presiede anche la Corte d’Assise, Massimo Capurso, con un provvedimento particolarmente attento aveva autorizzato le riprese televisive del processo alla sola, storica, trasmissione televisiva “Un giorno in pretura”, con l’obbligo di fornire le immagine anche alle altre testate giornalistiche che ne avevano fatto richiesta, ma con il divieto di pubblicare immagini del processo prima della lettura del dispositivo. Un provvedimento che ha salvaguardato la Corte ed in particolare il giudici popolari da ogni tentativo di influenza mediatica quantomeno sull'interpretazione delle prove raccolte in udienza. Insomma una decisione che per la prima volta è andato in aperto contrasto con la forte pressione mediatica, tutta schierata per la colpevolezza degli imputati. Un coraggio non indifferente considerando la presenza di giurati popolari facilmente soggetti ad essere influenzati. Che sia la fine dei processi mediatici? Un’abitudine che sembrava essersi radicata negli ultimi decenni con evidenti manipolazioni, da parte dei media, del libero convincimento dei magistrati e con storture particolarmente evidenti. Come non censurare l’abitudine di qualche avvocato di proporsi quale difensore per imputati esposti mediaticamente al fine di procurarsi pubblicità. Trasmissioni televisive nate appositamente per effettuare un ulteriore grado di giudizio in televisione. Il Presidente del Tribunale di Cassino ha dimostrato di avere le idee molto chiare almeno nella conduzione del processo e potrebbe rappresentare un precedente rilevante per i prossimi casi mediatici.

Le tante trasmissioni televisive sul caso, tutte tese a dimostrare l’accusa degli imputati, non hanno mai evidenziato un fatto rilevante. Dopo l’udienza preliminare ed il conseguente rinvio a giudizio la Corte di Assise di Cassino, unica sezione essendo il Tribunale ciociaro di dimensioni ridotte, non aveva un presidente di ruolo assegnato. Il Presidente del Tribunale, Massimo Capurso, aveva sollecitato al Presidente della Corte di Appello di disporre applicazioni di magistrati provenienti da altri Tribunali del distretto per evitare di dover affidare la presidenza della Corte ad un magistrato del settore civile. Alla fine, di fronte al mancato accoglimento delle richieste del dr. Capurso che aveva già presentato le dimissioni dalla magistratura per accedere al pensionamento per età, di fronte alla possibilità che il processo sarebbe stato rinviato per molto tempo, Capurso ha preso una decisione importante. Ha posticipato il pensionamento ed ha egli stesso presieduto la Corte dimostrando di mettersi, seppure in età non più giovanissima, egli stesso in servizio attivo per garantire celerità ad un processo relativo a fatti già datati. Un atto di grande responsabilità e che ha garantito al processo una conduzione autorevole assunta direttamente dal Presidente del Tribunale.

L’opinione pubblica e noi stessi assisteremo al processo celebrato e concluso con la sentenza di assoluzione verosimilmente nei prossimi giorni attraverso la trasmissione televisiva “Un giorno in pretura” che, condotta con equilibrio ed imparzialità, rappresenta un esempio riuscito di servizio pubblico con buona pace delle testate di inchiesta che solo qualche giorno fa riproponevano puntate speciali e ricorrevano gli imputati per incalzarli con accuse urlate a telecamera accesa.

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