L'ora più buia
20-10-2024 15:43 - Cronaca
Ho provato sino all'ultimo secondo a proporre ai miei concittadini un'opzione di natura politica nel senso nobile del termine e che desse conto della necessità di cambiare pagina e rompere con il passato. Il tempo a disposizione per allestire una compagine competitiva è stato poco e speravo di ripiegare nel coinvolgere l'elettore nella campagna elettorale nei futuri comizi pubblici e nella condivisione argomentata di programmi e progetti. Purtroppo, questo non ci sarà e già in molti mi chiamano e mi scrivono per rammaricarsi e di questo sono il primo ad essere dispiaciuto.
Mancando dalla scena politica locale da otto anni ho costatato nella fase di allestimento della lista che il paese è ridotto in condizioni socio-economiche disastrose e lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche non è stato un fulmine a ciel sereno, ma il culmine di un periodo di decadenza morale del Paese. La stessa magistratura amministrativa, nel confermare lo scioglimento, ha certificato indirettamente questi aspetti. La cultura, le competenze, il sapere, la politica, l'onestà, la visione del futuro, la programmazione dello sviluppo, sono valori oggi latitanti e difficili da combinare e mettere insieme. La classe dirigente, o meglio dominante, ha preferito asservirsi non a politici di chiara caratura nazionale, magari attraverso la mediazione di partiti nazionali pure in difficoltà di consenso nella considerazione popolare, ma a un livello regionale perimetrato nei confini della Campania, un'area politica che proprio perché limitata, riesce a coinvolgere tutti i politicanti sparanisani che per l'occasione assumono la veste di maggioranza o opposizione.
Noi non abbiamo accettato compromessi e non ci siamo accordati con nessuno, sia a livello locale e soprattutto a livello regionale, come pure qualche sprovveduto e poco informato giornalista ha scritto. Mi riferisco alla testata “casertace” di Gianluigi Guarino i cui contenuti smentisco nella maniera più assoluta tranne che in una sola circostanza. L'ho conosciuto negli atti giudiziari della vicenda del giornalista Palmesano che ho difeso vittoriosamente in Tribunale e poi in Corte d'Appello. Una vicenda mirabilmente raccontata nella puntata andata in onda sulla terza rete nazionale della televisione pubblica in prima serata da un'eccellenza del nostro territorio, Roberto Saviano. Senza i libri di Saviano e il suo impegno civile e professionale nessuno avrebbe mai saputo, per fare un minimo esempio, della “Terra dei fuochi”. Enzo Palmesano è un mio amico prima che mio assistito, un intellettuale a me molto caro perché mi ha insegnato il valore del termine “coraggio” rispetto all'approccio con le tematiche della criminalità organizzata. A me è stato insegnato che un'amicizia dura per sempre e quindi è sempre mio amico e che difendo ancora oggi quando necessario. Beninteso si tratta di processi in cui è trascinato per motivi di opinione e per la battaglia per la legalità contro la criminalità organizzata. Chiaro che i processi di Palmesano si vincono facilmente e in questo, come in altri casi, ho la possibilità di fare bella figura di fronte a magistrati preparati e che hanno l'intelligenza di ascoltare ed elevate competenze giuridiche.
Tornando a Sparanise, ho tentato fino alla fine di proporre una proposta seria, chiara e accettabile per i nostri concittadini.
Abbiamo trovato numerose difficoltà dovute alla paura della società civile locale, quella pulita e non coinvolta nel malaffare, di mettersi in gioco in questo momento storico. Ha pesato molto lo scioglimento per camorra che ha spinto le persone perbene a non rischiare di trovarsi coinvolti, anche involontariamente, in situazione giudiziarie o anche amministrative che in questa materia sono molto afflittive e durano decenni. Procedimenti penali simili, quando va bene, arrivano a durare oltre vent'anni, come insegna la prassi giudiziaria. Quando va male sono marchi indelebili. I commissari straordinari, animati da ottimi propositi, non potevano risolvere in soli 20 mesi le gravi problematiche connesse alle infiltrazioni della camorra, così oggi per Sparanise arriva l'ora più buia. Quella del disorientamento e della preoccupazione. Per parte nostra l'ambizione non è mai stata la motivazione dell'agire. Proporre a tutti i costi una ulteriore lista senza il necessario coinvolgimento in termini di candidature provenienti dalla società civile significava eccitare la campagna elettorale, spingerla a una metaforica guerra civile quando invece il paese ha bisogno di pacificazione e di voltare pagina. Il senso di responsabilità ha prevalso. D'altra parte il recente passato ha insegnato, e se non è stato compreso da tutti sarebbe il caso di prenderne nota, che quando manca un'offerta politica strutturata come quella sopra descritta con l'aggiunta della capacità di respingere, anche in termini di prevenzione, le pressioni di un ambiente inquinato dalla criminalità organizzata, anche il successo elettorale, figlio di fortuna, furbizia politica condita dai fuochi d'artificio di una buona campagna elettorale, dura il tempo di pochi mesi. Indubbie capacità sono andate sprecate e coinvolte nel girone della macchina, necessariamente infernale, della lotta alla camorra.
Sparanise non è ancora pronta a voltare pagina: l'esempio è l'offerta politica complessiva nella totalità delle posizioni e delle proposte. Seppure va apprezzato il coraggio di tutti e 26 i candidati. Oggi bisogna tutti lavorare nella stessa direzione costruendo, con maggiore tempo, la svolta auspicata dalla cittadinanza e imposta dal decreto di scioglimento.
Mancando dalla scena politica locale da otto anni ho costatato nella fase di allestimento della lista che il paese è ridotto in condizioni socio-economiche disastrose e lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche non è stato un fulmine a ciel sereno, ma il culmine di un periodo di decadenza morale del Paese. La stessa magistratura amministrativa, nel confermare lo scioglimento, ha certificato indirettamente questi aspetti. La cultura, le competenze, il sapere, la politica, l'onestà, la visione del futuro, la programmazione dello sviluppo, sono valori oggi latitanti e difficili da combinare e mettere insieme. La classe dirigente, o meglio dominante, ha preferito asservirsi non a politici di chiara caratura nazionale, magari attraverso la mediazione di partiti nazionali pure in difficoltà di consenso nella considerazione popolare, ma a un livello regionale perimetrato nei confini della Campania, un'area politica che proprio perché limitata, riesce a coinvolgere tutti i politicanti sparanisani che per l'occasione assumono la veste di maggioranza o opposizione.
Noi non abbiamo accettato compromessi e non ci siamo accordati con nessuno, sia a livello locale e soprattutto a livello regionale, come pure qualche sprovveduto e poco informato giornalista ha scritto. Mi riferisco alla testata “casertace” di Gianluigi Guarino i cui contenuti smentisco nella maniera più assoluta tranne che in una sola circostanza. L'ho conosciuto negli atti giudiziari della vicenda del giornalista Palmesano che ho difeso vittoriosamente in Tribunale e poi in Corte d'Appello. Una vicenda mirabilmente raccontata nella puntata andata in onda sulla terza rete nazionale della televisione pubblica in prima serata da un'eccellenza del nostro territorio, Roberto Saviano. Senza i libri di Saviano e il suo impegno civile e professionale nessuno avrebbe mai saputo, per fare un minimo esempio, della “Terra dei fuochi”. Enzo Palmesano è un mio amico prima che mio assistito, un intellettuale a me molto caro perché mi ha insegnato il valore del termine “coraggio” rispetto all'approccio con le tematiche della criminalità organizzata. A me è stato insegnato che un'amicizia dura per sempre e quindi è sempre mio amico e che difendo ancora oggi quando necessario. Beninteso si tratta di processi in cui è trascinato per motivi di opinione e per la battaglia per la legalità contro la criminalità organizzata. Chiaro che i processi di Palmesano si vincono facilmente e in questo, come in altri casi, ho la possibilità di fare bella figura di fronte a magistrati preparati e che hanno l'intelligenza di ascoltare ed elevate competenze giuridiche.
Tornando a Sparanise, ho tentato fino alla fine di proporre una proposta seria, chiara e accettabile per i nostri concittadini.
Abbiamo trovato numerose difficoltà dovute alla paura della società civile locale, quella pulita e non coinvolta nel malaffare, di mettersi in gioco in questo momento storico. Ha pesato molto lo scioglimento per camorra che ha spinto le persone perbene a non rischiare di trovarsi coinvolti, anche involontariamente, in situazione giudiziarie o anche amministrative che in questa materia sono molto afflittive e durano decenni. Procedimenti penali simili, quando va bene, arrivano a durare oltre vent'anni, come insegna la prassi giudiziaria. Quando va male sono marchi indelebili. I commissari straordinari, animati da ottimi propositi, non potevano risolvere in soli 20 mesi le gravi problematiche connesse alle infiltrazioni della camorra, così oggi per Sparanise arriva l'ora più buia. Quella del disorientamento e della preoccupazione. Per parte nostra l'ambizione non è mai stata la motivazione dell'agire. Proporre a tutti i costi una ulteriore lista senza il necessario coinvolgimento in termini di candidature provenienti dalla società civile significava eccitare la campagna elettorale, spingerla a una metaforica guerra civile quando invece il paese ha bisogno di pacificazione e di voltare pagina. Il senso di responsabilità ha prevalso. D'altra parte il recente passato ha insegnato, e se non è stato compreso da tutti sarebbe il caso di prenderne nota, che quando manca un'offerta politica strutturata come quella sopra descritta con l'aggiunta della capacità di respingere, anche in termini di prevenzione, le pressioni di un ambiente inquinato dalla criminalità organizzata, anche il successo elettorale, figlio di fortuna, furbizia politica condita dai fuochi d'artificio di una buona campagna elettorale, dura il tempo di pochi mesi. Indubbie capacità sono andate sprecate e coinvolte nel girone della macchina, necessariamente infernale, della lotta alla camorra.
Sparanise non è ancora pronta a voltare pagina: l'esempio è l'offerta politica complessiva nella totalità delle posizioni e delle proposte. Seppure va apprezzato il coraggio di tutti e 26 i candidati. Oggi bisogna tutti lavorare nella stessa direzione costruendo, con maggiore tempo, la svolta auspicata dalla cittadinanza e imposta dal decreto di scioglimento.