25 Aprile 2025
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l'80° anniversario della liberazione e il lutto nazionale.

25-04-2025 12:31 - Cronaca
Attorno alla scelta di imporre all’Italia 5 giorni di lutto nazionale per la morte del papa, non si è parlato molto per evidente mancanza di intellettuali in grado di criticare le scelte del governo. Sia chiaro non si tratta di un giudizio sul defunto, anzi un lungo lutto è nocivo anche per la memoria di Papa Francesco che in vita, forse, avrebbe criticato la scelta. Il lutto nazionale proclamato cade proprio il 25 aprile, quest’anno in cifra tonda, visto che si celebrano gli 80 anni della Liberazione. Non è un mistero che alcuni esponenti del Governo e del partito di maggioranza relativa, si veda il presidente del Senato, non siano interessati alla ricorrenza. Meloni aveva, prima della morte del pontefice, organizzato una fuga in Asia Centrale fissando in corrispondenza del 25 aprile un viaggio di stato nella remota landa dell’Uzbekistan. Il lutto nazionale ha costretto gli enti pubblici (non solo nazionali ma anche locali) ad annullare incontri, manifestazioni, concerti, spettacoli, presentazioni e inaugurazioni. In alcuni casi – magari in particolar modo laddove la sensibilità religiosa è più alta o per altre convenienze – hanno fatto lo stesso anche alcuni privati. Ci sono alcune amministrazioni comunali (è successo perfino nella laica Milano) che hanno revocato le concessioni temporanee di suolo pubblico approvate da tempo per eventi e rappresentazioni. Ovviamente gare di auto da corsa e partite di pallone sono rimaste poco operative e quando si sono dovute svolgere, si veda il turno di ieri, in orario anomalo (18.30). Allo stesso modo la programmazione televisiva, sia quella pubblica che privata, ha annullato del tutto le trasmissioni di cronaca sportiva con un doppio danno per l’appassionato poco abbiente. Chi non ha l’abbonamento con una delle reti che trasmette il calcio della Seria A a pagamento non ha potuto conoscere l’andamento del turno di campionato. Un turno significativo per i tanti tifosi del Napoli che proprio nell’ultima giornata hanno visto la squadra partenopea agganciare in vetta alla classifica l’Inter creando i presupposti per un finale avvincente che non si vedeva da anni. Anche le emettenti regionali non hanno effettuato la consueta programmazione proprio nel momento in cui la squadra campana arriva in vetta. Oggi il 25 aprile con gli 80 anni. Ci sono tanti comuni che, in buona o cattiva fede, hanno anche annullato del tutto le manifestazioni per il 25 Aprile, oppure le hanno effettuate in tono minore. I 5 giorni sembrano eccessivi anche rispetto ai precedenti. Alla morte di Papa Giovanni Paolo II, nell’aprile 2005, furono proclamati tre giorni di lutto nazionale: il giorno del funerale, alle ore 12, di un giorno feriale fu osservato un minuto di silenzio negli edifici pubblici. Con una direttiva, il governo invitò tutte le emittenti radiotelevisive a trasmettere programmi adeguati all’occasione. Difficile fare paragoni in questi casi, ma è opinione diffusa che Karol Wojtyła sia stato un gigante della storia, oggi è venerato da santo della Chiesa. Benedetto XVI è morto il 31 dicembre 2022, dopo essersi dimesso nel 2013: per i suoi funerali, celebrati il 5 gennaio 2023, il governo dispose solo che le bandiere nazionali fossero esposte a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici del territorio nazionale, senza lutto. Certo pesava il “gran rifiuto” di Ratzinger. Andando ancora indietro nel tempo, nel 1978 per la morte di Paolo VI, al secolo Giovan Battista Montini, le bandiere furono esposte a mezz’asta per tre giorni, ma fu proclamato un solo giorno di lutto nazionale, eppure al momento della morte di Montini, tra i fondatori della Democrazia Cristiana, il governo era retto proprio dalla DC, il partito unico dei cattolici, e il premier era Giulio Andreotti, il più curiale dei politici cattolici. Inutile dire che per la morte dei capi dello Stato o di altri esponenti politici nazionali non si è mai protratto oltre il giorno di lutto nazionale. Nemmeno in occasione di attentati, terremoti o disastri naturali, stragi di altro tipo sono mai stati proclamati più giorni di lutto. Nel 2003 fu indetto un giorno di lutto nazionale per commemorare i 19 italiani uccisi nell’attentato di Nassiriya, in Iraq. Un solo giorno di lutto nazionale è stato proclamato anche nel 2009 per le vittime dell’alluvione a Messina, per quelle dell’incidente ferroviario di Viareggio e per quelle del terremoto dell’Aquila. Scelte analoghe sono state fatte nel 2012 per il terremoto in Emilia-Romagna e nel 2016 per quello nel Centro Italia. Nel 2013 fu proclamato un giorno di lutto per il naufragio di Lampedusa, dove morirono oltre 300 migranti. Più recentemente, nel 2023 è stato indetto un giorno di lutto nazionale per le vittime delle alluvioni in Emilia-Romagna, e nel 2018 per il crollo del Ponte Morandi a Genova.

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