Lutto per la morte di Andrea Purgatori
19-07-2023 14:01 - Cronaca
Il giornalismo d’inchiesta italiano oggi perde uno dei principali maestri. Si è spento a Roma, dopo una malattia fulminante, Andrea Purgatori. Ho scritto due libri sul caso Moro ed ho visto le sue trasmissioni, fortunatamente facilmente reperibili in rete, diverse volte perché contenevano documenti spesso introvabili, come quando riuscì ad intervistare due diversi soggetti, un vigile del fuoco ed un agente di polizia, che sostenevano entrambi di essere entranti per primi nel covo di via Gradoli. Uno sosteneva di aver trovato l’appartamento allagato perché la vasca era stata tappata accidentalmente con uno straccio e l’altro che invece il telefono della doccia, lasciato aperto, era stato orientato volutamente con una scopa verso una parte del bagno poco protetta. Una sorta di Cassazione del giornalismo di inchiesta ed in generale dei casi controversi della nostra Repubblica. Quando si interessava al caso riusciva a documentare ogni minimo aspetto senza mai innamorarsi di una tesi, lasciando allo spettatore il giudizio finale. Memorabili le trasmissioni anche recenti sul caso Moro, le puntate sul caso Orlandi con le interviste ad Agca, ai magistrati che si erano interessati al caso, ai familiari della scomparsa. Il suo stile garbato e rigoroso consentivano di raccontare i principali casi controversi della storia della Repubblica in maniera precisa e dettagliata con lunghe trasmissioni che lo spettatore apprezzava. Nella sua lunga carriera, iniziata da giovane al Corriere della Sera, si era occupato nella vicenda di Ustica, firmando anche la scenografia di un celebre film “Muro di Gomma” e le sue inchieste avevano aperto la pista, oggi ritenuta prevalente, dello scenario di guerra. Anche sulla camorra napoletana aveva fatto sentire la sua voce, partecipando alla sceneggiatura del film “Forte Apache” sulla vicenda dell’omicidio di Giancarlo Siani e contribuendo a far crescere il disprezzo, nella società civile, verso la camorra e la criminalità organizzata. La morte di Andrea Purgatori lascia un vuoto difficile da colmare, ma lascia un insegnamento immortale per chiunque, a qualsiasi titolo, voglia occuparsi di indagare sulle vicende, più complesse, che hanno colpito la nostra Repubblica.