L´anno del Sudafrica
11-06-2010 - Cronaca
Iniziano oggi i campionati mondiali di calcio per nazioni. L´evento è come al solito molto atteso soprattutto in Italia dove il calcio è, da sempre, lo sport nazionale. Questa edizione tuttavia ha senz´altro un significato particolare. Per la prima volta i mondiali hanno luogo in un paese del continente nero ed in particolare in Sudafrica. Una nazione dove sino a pochi anni fa imperava la legislazione della segregazione razziale nota come apartheid. L´apartheid prese definitivamente forma nel 1948. Le principali leggi che costituivano il sistema erano:
proibizione dei matrimoni interrazziali;
legge secondo la quale avere rapporti sessuali con una persona di razza diversa diventava un reato penalmente perseguibile;
legge che imponeva ai cittadini di essere registrati in base alle loro caratteristiche razziali (Population Registration Act);
legge che permetteva di bandire ogni opposizione che venisse etichettata dal governo come "comunista" (usata per mettere fuorilegge nel 1960 l´African National Congress (ANC), la più grande organizzazione politica che includeva i neri, di stampo socialista, ma non comunista);
legge che proibiva alle persone di diverse razze di entrare in alcune aree urbane;
legge che proibiva a persone di colore diverso di utilizzare le stesse strutture pubbliche (fontane, sale d´attesa, marciapiedi, etc.);
legge che prevedeva una serie di provvedimenti tutti tesi a rendere più difficile per i neri l´accesso all´istruzione;
legge che sanciva la discriminazione razziale in ambito lavorativo;
legge che istituiva i bantustan, ghetti per la popolazione nera, nominalmente indipendenti ma in realtà sottoposti al controllo del governo sudafricano;
legge che privava della cittadinanza sudafricana e dei diritti a essa connessi gli abitanti dei bantustan.
Nel 1956 la politica di apartheid fu estesa a tutti i cittadini di colore compresi gli asiatici. Negli anni sessanta, 3,5 milioni di neri, chiamati bantù, furono sfrattati con la forza dalle loro case e reinsediati nelle "homeland del sud". I neri furono privati di ogni diritto politico e civile. Potevano frequentare solo l´istituzione di scuole agricole e commerciali speciali. I negozi dovevano servire tutti i clienti bianchi prima dei neri. Dovevano avere speciali passaporti interni per muoversi nelle zone bianche, pena l´arresto. In un primo tempo sia neri che bianchi organizzarono proteste contro l´apartheid, in genere brutalmente soffocate dalle forze di sicurezza governative. Nei primi anni sessanta l´Umkhonto we Sizwe, l´ala armata dell´ANC, iniziò a usare la forza, limitandosi però ad azioni di sabotaggio contro obiettivi strategici come centrali elettriche e altre infrastrutture. Nel 1975, i burocrati decisero di fare rispettare una legge a lungo dimenticata: ogni norma doveva essere scritta in lingua afrikaans. La legge fu estesa a tutte le scuole, imponendo che le lezioni fossero tenute metà in inglese e metà in afrikaans.[4]
Forti furono anche le pressioni internazionali, anche nel mondo dello sport, con il boicottaggio africano alle Olimpiadi del 1976.
La liberazione di Nelson Mandela nel 1990, e la sua successiva elezione a capo dello Stato, decretarono la fine dell´apartheid. Nelson Mandela, affermato avvocato sudafricano , unico nero ad essere titolare di uno studio legale in Jhoannesburg, venne,infatti, imprigionato per molti anni proprio perché autore di numerose proteste, non violente, contro l´apartheid e divenne anche, per il suo evidente carisma, il leader ed il simbolo delle popolazioni nere del Sudafrica.
Occorre anche osservare che la liberazione di Nelson Mandela venne decretata unilateralmente dal Presidente biacno Frederik Willem de Klerk, che comprese come le leggi razziali fossero ormai anacronistiche anche per la gretta metalità degli afrikaans. La liberazione di Mandela segnò anche l´inizio della fine della presidenza bianca del Sudafrica, ma de Klerk ottenne il plauso di tutto il mondo ed insieme a Mandela venne insignito del premio Nobel per la pace. Senza dubbio gli eventi del 1990 in Sudafrica, una rivoluzione senza che fosse sparato un solo proiettile e senza alcuna vittima, vennero favoriti dalla caduta del muro di Berlino, dalla fine del comunismo e dai tanti cambiamenti, tutti senza guerre, che si verificarono nel mondo occidentale al principio degli anni 90 anche sotto la spinta della Chiesa cattolica e di Papa Giovanni Paolo II.
Le elezioni del 1994 hanno determinato la schiacciante vittoria dell´ANC,[5][6] con il 62,65% dei voti, al di sotto però della soglia del 66,7% (cioè i due/terzi) che avrebbero permesso di modificare la costituzione e da allora governa ininterrottamente il paese, prima con Nelson Mandela, poi con Thabo Mbeki e successivamente con Kgalema Motlanthe. La Commissione per la Verità e la Riconciliazione, istituita nel 1995, si è occupata di raccogliere testimonianze sulle violazioni dei diritti umani e ha concesso l´amnistia a chi confessasse spontaneamente e pienamente i crimini commessi agli ordini del governo.
Il Sudafrica post-apartheid, aggiungendo nove lingue africane, ha portato il totale degli idiomi ufficiali a undici. Un altro gesto del nuovo governo è stato l´abbattimento dell´arsenale sudafricano.
L´anniversario delle elezioni del 27 aprile, viene celebrato come un giorno festivo per il Sud Africa, noto come Festa della Libertà.
Oggi vedere che questo paese ha completato definitivamente il percorso di pacificazione nazionale ed è in grado di organizzare una manifestazione sportiva da grande soddisfazione a tutti coloro che credono in un mondo di pace e di armonia tra i popoli, a prescindere dal colore della pelle. Prima quindi di iniziare a tifare per la nostra nazionale ci sembrava opportuno sottolineare l´importanza storica dell´evento.
proibizione dei matrimoni interrazziali;
legge secondo la quale avere rapporti sessuali con una persona di razza diversa diventava un reato penalmente perseguibile;
legge che imponeva ai cittadini di essere registrati in base alle loro caratteristiche razziali (Population Registration Act);
legge che permetteva di bandire ogni opposizione che venisse etichettata dal governo come "comunista" (usata per mettere fuorilegge nel 1960 l´African National Congress (ANC), la più grande organizzazione politica che includeva i neri, di stampo socialista, ma non comunista);
legge che proibiva alle persone di diverse razze di entrare in alcune aree urbane;
legge che proibiva a persone di colore diverso di utilizzare le stesse strutture pubbliche (fontane, sale d´attesa, marciapiedi, etc.);
legge che prevedeva una serie di provvedimenti tutti tesi a rendere più difficile per i neri l´accesso all´istruzione;
legge che sanciva la discriminazione razziale in ambito lavorativo;
legge che istituiva i bantustan, ghetti per la popolazione nera, nominalmente indipendenti ma in realtà sottoposti al controllo del governo sudafricano;
legge che privava della cittadinanza sudafricana e dei diritti a essa connessi gli abitanti dei bantustan.
Nel 1956 la politica di apartheid fu estesa a tutti i cittadini di colore compresi gli asiatici. Negli anni sessanta, 3,5 milioni di neri, chiamati bantù, furono sfrattati con la forza dalle loro case e reinsediati nelle "homeland del sud". I neri furono privati di ogni diritto politico e civile. Potevano frequentare solo l´istituzione di scuole agricole e commerciali speciali. I negozi dovevano servire tutti i clienti bianchi prima dei neri. Dovevano avere speciali passaporti interni per muoversi nelle zone bianche, pena l´arresto. In un primo tempo sia neri che bianchi organizzarono proteste contro l´apartheid, in genere brutalmente soffocate dalle forze di sicurezza governative. Nei primi anni sessanta l´Umkhonto we Sizwe, l´ala armata dell´ANC, iniziò a usare la forza, limitandosi però ad azioni di sabotaggio contro obiettivi strategici come centrali elettriche e altre infrastrutture. Nel 1975, i burocrati decisero di fare rispettare una legge a lungo dimenticata: ogni norma doveva essere scritta in lingua afrikaans. La legge fu estesa a tutte le scuole, imponendo che le lezioni fossero tenute metà in inglese e metà in afrikaans.[4]
Forti furono anche le pressioni internazionali, anche nel mondo dello sport, con il boicottaggio africano alle Olimpiadi del 1976.
La liberazione di Nelson Mandela nel 1990, e la sua successiva elezione a capo dello Stato, decretarono la fine dell´apartheid. Nelson Mandela, affermato avvocato sudafricano , unico nero ad essere titolare di uno studio legale in Jhoannesburg, venne,infatti, imprigionato per molti anni proprio perché autore di numerose proteste, non violente, contro l´apartheid e divenne anche, per il suo evidente carisma, il leader ed il simbolo delle popolazioni nere del Sudafrica.
Occorre anche osservare che la liberazione di Nelson Mandela venne decretata unilateralmente dal Presidente biacno Frederik Willem de Klerk, che comprese come le leggi razziali fossero ormai anacronistiche anche per la gretta metalità degli afrikaans. La liberazione di Mandela segnò anche l´inizio della fine della presidenza bianca del Sudafrica, ma de Klerk ottenne il plauso di tutto il mondo ed insieme a Mandela venne insignito del premio Nobel per la pace. Senza dubbio gli eventi del 1990 in Sudafrica, una rivoluzione senza che fosse sparato un solo proiettile e senza alcuna vittima, vennero favoriti dalla caduta del muro di Berlino, dalla fine del comunismo e dai tanti cambiamenti, tutti senza guerre, che si verificarono nel mondo occidentale al principio degli anni 90 anche sotto la spinta della Chiesa cattolica e di Papa Giovanni Paolo II.
Le elezioni del 1994 hanno determinato la schiacciante vittoria dell´ANC,[5][6] con il 62,65% dei voti, al di sotto però della soglia del 66,7% (cioè i due/terzi) che avrebbero permesso di modificare la costituzione e da allora governa ininterrottamente il paese, prima con Nelson Mandela, poi con Thabo Mbeki e successivamente con Kgalema Motlanthe. La Commissione per la Verità e la Riconciliazione, istituita nel 1995, si è occupata di raccogliere testimonianze sulle violazioni dei diritti umani e ha concesso l´amnistia a chi confessasse spontaneamente e pienamente i crimini commessi agli ordini del governo.
Il Sudafrica post-apartheid, aggiungendo nove lingue africane, ha portato il totale degli idiomi ufficiali a undici. Un altro gesto del nuovo governo è stato l´abbattimento dell´arsenale sudafricano.
L´anniversario delle elezioni del 27 aprile, viene celebrato come un giorno festivo per il Sud Africa, noto come Festa della Libertà.
Oggi vedere che questo paese ha completato definitivamente il percorso di pacificazione nazionale ed è in grado di organizzare una manifestazione sportiva da grande soddisfazione a tutti coloro che credono in un mondo di pace e di armonia tra i popoli, a prescindere dal colore della pelle. Prima quindi di iniziare a tifare per la nostra nazionale ci sembrava opportuno sottolineare l´importanza storica dell´evento.