La campagna elettorale ai tempi della pandemia. Il trionfo di Facebook inc.
17-09-2020 13:33 - Cronaca
La campagna elettorale volge ormai al termine: domenica 20 e lunedì 21 si aprono le urne. Si tratta di una doppia consultazione elettorale, in alcuni casi tripla ,laddove si rinnova anche il consiglio comunale. La prima scheda che l’elettorale riceverà riguarda il referendum costituzionale di conferma della legge costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari. Approvato in via definitiva dalla Camera l'8 ottobre 2019, il testo di legge prevede il taglio del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera dei deputati, da 315 a 200 seggi al Senato. Originariamente previsto per il 29 marzo 2020, il referendum è stato rinviato al 20 e 21 settembre a seguito della pandemia di COVID-19 in Italia .
La legge di revisione costituzionale è stata approvata in doppia lettura da entrambe le Camere a maggioranza , ex articolo 138, comma 1 della Costituzione. Non è stata approvata a maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna camera e così un quinto dei senatori ha potuto richiedere il referendum confermativo, come da comma 2 dell'articolo 138 della Costituzione.
Il dibattito politico si è svolto quasi unicamente attraverso i media , social compresi. Circostanza che merita un approfondimento. Soprattutto l’uso massiccio dei social network lascia aperto il dubbio circa l’effettiva libertà, anche sotto il profilo della parità di accesso, della campagna elettorale. I social network, che vengono resi disponibili gratuitamente solo mediante registrazione , appartengono tutti alla nota multinazionale Facebook. Tutti anche Instagram ed il programma di messaggistica Whatsapp. Chi riesce ad utilizzare bene questi canali è noto con il termine di "influencer" cioè un soggetto che influenza la massa. E’ davvero libera una campagna elettorale svolta in questo modo, tenuto conto che la piattaforma conosce bene le nostre abitudini web, i nostri contatti etc? Soprautto FB è una multinazionale che ha l'obbiettivo del profitto. In cambio dell'accesso gratuito lucra prodigiosi profitti in termini di pubblicità. La vicenda della pandemia ha dimostrato che viviamo un’epoca dominata dalla globalizzazione. Quello che succede nella remota città cinese Wuhan ha immediati riflessi nella nostra piccola cittadina della provincia italiana. Stesse considerazioni possono essere svolte rispetto alla campagna elettorale regionale. Anche in questo caso , per effetto delle restrizioni imposte dal COVID19, il mezzo prediletto della campagna elettorale è rappresentato dai social network. In questo caso l’elemento locale della competizione elettorale , in qualche modo, consente ancora un contatto diretto tra eletto ed elettori. Quel contatto diretto che , limitando il numero dei parlamentari, si vuole impedire con la riforma costituzionale. Questo è il dato rilevante di questa campagna elettorale. Per la prima volta non avranno peso i comizi, le manifestazioni pubbliche , i dibattiti . Tutti estremamente limitati dalle restrizioni della pandemia. Basta guardarsi intorno per capire il cambiamento in atto. Solo 5 anni fa , a pochi giorni dall’apertura delle urne, le nostre strade erano invase da manifesti elettorali. Si chiamava manifesto selvaggio . Alcuni comuni dovevano provvedere ad oscurarli. Oggi anche le bacheche predisposte , nella maggioranza dei casi, sono vuote. Gli stessi spazi 3 X 6 in alcuni caso sono riempiti dall’offerta, al ribasso, del proprietario che offre lo spazio a buon mercato. Mentre rincasavo mi aveva colpito l’offerta di un pubblicitario che per un spazio del genere chiede 69 euro più IVA. Forse è arrivato il momento di tentare un regolamento, ricordando che in passato , quando il mezzo televisivo era quello principale, venne varata una legge denominata par condicio.
Diversamente dovremo prepararci alla dittatura dei social network dominata dai leoni da tastiera che esprimono una classe dirigente che alla fine è determinata dai gestori delle principali piattaforme, spesso organizzate con diavolerie dai nomi più curiosi. Trolls, Fake, Bufale.
Diversamente dovremo prepararci alla dittatura dei social network dominata dai leoni da tastiera che esprimono una classe dirigente che alla fine è determinata dai gestori delle principali piattaforme, spesso organizzate con diavolerie dai nomi più curiosi. Trolls, Fake, Bufale.
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