L´anno della post-truth. Le nuove tecniche di cattura dell´opinione media.
09-01-2017 12:46 - Diritto
Ogni anno l´Oxford dictionary stabilisce la parola dell´anno. Per il 2016 la parola scelta è "post-truth", in italiano "post verità". La post verità è, da definizione oxfordiana, "qualcosa che definisce delle circostanze in cui fatti oggettivi influenzano l´opinione pubblica molto meno rispetto alle emozioni e alle credenze personali". Il termine non è certo di nuovo conio, eppure l´Oxford Dictionaries ha rilevato quest´anno un picco nell´utilizzo, soprattutto in concomitanza con due eventi cruciali: il referendum per il "Brexit" (cioè per l´uscita del Regno Unito dall´Unione Europea), e le elezioni presidenziali americane.
L´uso dell´aggettivo è aumentato del 2000% nel 2016. Il neologismo "si riferisce o denota le circostanze in cui i fatti oggettivi hanno meno influenza nell´orientare l´opinione pubblica rispetto agli appelli emotivi e alle convinzioni personali".
Parliamo di studi di epistemologia intorno al meccanismo del consenso in considerazione di affermazioni elettorali apparentemente inspiegabili , secondo comuni regole logiche, eppure verificatesi.
Il meccanismo della post-verità appare "alimentato dalla crescita dei social network come nuova fonte di mezzo di comunicazione di massa e da una crescente sfiducia nei fatti offerta dall´establishment", ha spiegato Casper Grathwohl, presidente dell´Oxford Dictionary.
Proprio per rimanere fedeli al concetto che cerchiamo di divulgare rimandiamo la nostra consueta dozzina di lettori ad una mirata ed approfondita ricerca su internet per poter leggere articoli , anche apertamente ostili, a questa nuova tendenza della epistemologia moderna.
Naturalmente il nostro lettore navigando e leggendo "liberamente" in rete avrà creduto di farsi un concetto proprio del sistema logico che tentiamo di spiegare e si regolerà di conseguenza , compreso il fatto di criticare l´autore di questo scritto perché ritenuto eccessivamente schierato nell´opera di divulgazione.
Cosa attirerà maggiormente il lettore nella sua ricerca web? Non certamente un preciso articolo con tanto di dati e di cifre, ma verosimilmente - almeno questa afferma la logica della post-truth - lo scritto web che avrà avuto il maggior impatto emotivo. Prescindendo radicalmente dal contenuto scientifico dello scritto.
Al lettore i vari scritti appaiono tutti parlare dello stesso argomento, nel caso di specie della post verità, e nessuno può garantire l´affidabilità scientifica delle eventuali ricerche. Potendosi anche dubitare, in questo contesto, anche eventualmente di pubblicazioni magari offerte da editori potenzialmente affidabili. L´editore avrebbe da tutelare pur sempre interessi di bottega piuttosto che avere a cuore la divulgazione scientifica e potrebbe manipolare ricerche e dati per perseguire i propri scopi.
In questo contesto l´emozione prende il sopravvento e cattura l´attenzione del lettore che nell´opera di erudirsi si convince di una verità credendo che le altre versioni siano capziose , in alcuni casi magari appellabili come disinformazione.
Tornando agli accademici di Oxford ed al loro dizionario, nella loro ricerca hanno evidenziato come molti giornali hanno usato la frase "post verità" per parlare di voci, credenze, opinioni, veicolate da notizie essenzialmente false, che tuttavia tendevano a spandersi a macchia d´olio più efficacemente e più velocemente della verità dei fatti.
Il mezzo di diffusione del social network è ideale per tale diffusione. A tutti sarà capitato di leggere sui social network una di queste bufale "condivise" da un amico "social" in perfetta buona fede.
A chi scrive per esempio sono sotto gli occhi in questi giorni due specifichi casi arrivati all´autore di questo scritto con due diversi social network.
Il primo su FB che ammoniva testualmente "Se la Guardia di Finanza consiglia di pubblicarlo sulla propria pagina, un motivo ci sarà. Tutto quello che avete postato diventa pubblico da domani. Anche i messaggi che sono stati eliminati o le foto non autorizzate. Non costa nulla per un semplice copia e incolla, meglio prevenire che curare".
L´altro su Whatsapp, in stile catena di Sant´Antonio, che conteneva un invito a donare del sangue per una bambina con tanto di numero di telefono e di nome del referente. Entrambi gli avvisi postato da amici "social" assolutamente eruditi e dotati di spirito critico. Eppure si tratta in entrambi i casi di evidenti e note bufale. La nostra dozzina può verificare inserendo le parole chiave dei due casi su google.
Come è possibile che si verifichino questi fenomeni?
La spiegazione è appunto la post-verità. Una notevole riduzione dello spirito critico di fronte al forte utilizzo di social network, a tal punto potente da rendere possibile l´eliminazione dei fatti dal processo cognitivo di elaborazione di un convincimento.
Per rendere ancora più chiaro il concetto ( o forse complicarlo maggiormente!) come se in un processo penale il Giudice volesse formare il proprio giudizio utilizzando solo il codice penale ovvero il diritto sostanziale senza il filtro necessario del rito ovvero del modo di porgere i fatti all´attenzione del giudice (ovvero il codice di procedura penale).
Tutti gli ordinamenti giuridici prevedono specifiche regole per arrivare ad un processo di elaborazione di una verità, seppure mai una verità assoluta (trattasi di altra disciplina umanistica) quanto di verità processuale.
Dove manca completamente ogni regola rispetto al modo di esporre gli argomenti, giusti o errati, è proprio la rete. Fino a quando la rete era un grande mare aperto senza possibilità di aggregazione di massa il problema sembrava non sussistere ed anzi la fruizione libera del web appariva funzionale ad una generale esigenza di libertà e di garanzia di possibilità di libertà di espressione.
All´inizio addirittura in taluni paesi , ritenuti non liberali ed anzi apertamente autoritari, le autorità avevano vietato l´uso della rete grosso modo con le motivazioni sopra descritte, ma esistono fenomeni che non possono essere repressi in alcun modo ed il web appartiene a questa tipologia di eventi anche per motivi specificamente tecnici.
Con il forte impatto dei social network che sostanzialmente rendono semplice ed intuitivo , per chiunque, il loro utilizzo, il problema delle aggregazione di massa in rete si pone realmente.
Diversamente nell´epoca della post-verità vivremo periodi di formazione del consenso sia esso elettorale o anche semplicemente culturale stabiliti, a tavolino, dai guru dell´informazione sociale che forti delle capacità di utilizzo del sistema sociale di comunicazione riusciranno ad imporre tecniche di comunicazione politica sempre migliori.
Si tratta di un sistema in fondo neppure molto complicato, basta essere un gruppo di persone organizzate e inserirsi nelle conversazioni social non per dare un contributo alla verità , ma solo per finalizzare l´opera di creazione del consenso. Elogiando i post amici e denigrando quelli degli avversari.
Questi signori hanno dimostrato di pensare al proprio interesse e di non curarsi minimamente di esporre fatti ed argomenti reali mirando direttamente a catturare l´emozione dell´utente medio, spesso distratto nell´uso della rete, magari utilizzata in momento di pausa, di attesa e senza la necessaria concentrazione. Quanti di noi hanno preso l´abitudine di smanettare, magari con lo smartphone, in una coda ad un ufficio?
Non ci sfugge che in questo contesto anche chi legge questo articolo potrà pensare che stiamo dicendo una castroneria o una bufala per restare in zona (scriviamo dalla provincia regina della mozzarella!): conseguenze della post-truth, seppure avvertiamo che con il tempo abbiamo ormai compreso queste dinamica.
Abbiamo da tempo avvertito, come sanno i nostri lettori, l´uso massiccio di queste tecniche a tutti i livelli e ci fa piacere vedere che quello che ci sembrava essere una novità nell´uso della comunicazione di massa abbia trovato riscontro scientifico.
Il futuro crediamo porti ad un diffusa presa di coscienza del pericolo insisto non nel messo tecnologico assolutamente utile ed insostituibile, quanto nella possibilità di reagire agli esperti delle strategie di comunicazione sociale . Alla fine la realtà non può che avere il sopravvento e le bufale anche sul web sono sempre state smascherate.
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