L´Avv. Salvatore Piccolo è diventato cassazionista. Brevi ricordi di un praticante procuratore legale.
27-10-2012 16:02 - Diritto
Con un telegramma a firma dell´Avv.Andrea Mascherin, consigliere segretario del consiglio nazionale forense, il massimo organo di governo degli avvocati ha comunicato all´Avv. Salvatore Piccolo (proprietario di questo sito) l´avvenuta iscrizione all´Albo Speciale degli avvocati cassazionisti deliberata dall´apposito comitato presso il consiglio nazionale forense il 24 ottobre 2012. A soli 39 anni, compiuti lo scorso mese di settembre, l´Avv. Salvatore Piccolo, dunque, raggiunge il massimo grado di patrocinio possibile in Italia vale a dire il patrocinio innanzi alla Suprema Corte di Cassazione ed alle magistrature Superiori (Consiglio di Stato, Corte dei conti, Corte Costituzionale, Corte Europea per i diritti dell´Uomo).
All´Avv. Salvatore Piccolo sono quindi pervenuti numerosi attestati di stima e di auguri per l´aver raggiunto il "grado" di cassazionista che autorizza l´avvocato sparanisano ad indossare la toga con il cordone d´orato invece che d´argento (riservata agli avvocati ed ai magistrati che non possono patrocinare o giudicare innanzi alle magistrature superiori). "Ringrazio tutti coloro che in questi anni mi hanno sostenuto ed hanno espresso stima nei miei confronti ed in particolare i miei assistiti che mi hanno consentito di raggiungere il traguardo di avvocato cassazionista" - ha affermato l´Avvocato Piccolo -
Il legale, con l´occasione, ha poi voluto brevemente ricordare gli inizi della professione, ecco quando evidenziato dal nostro sito web.
" Quando ormai molti anni fa (nel 1997 n.d.r.) ho aperto uno studio legale ed ho iniziato la professione forense esistevano ancora le preture dove i giovani praticanti procuratori legali potevano esercitare il patrocinio. Ricordo che in molti studi di affermati avvocati si scriveva con la macchina da scrivere ed il computer era un lusso raro, anche perché agli inizi serviva soltanto come macchina da scrivere che dava la possibilità di correggere eventuali errori . Le ricerche di giurisprudenza si effettuavano sui testi cartacei, e stabilire l´orientamento della giurisprudenza in una determinata materia era una impresa ardua anche per la fatica fisica che si faceva per maneggiare i repertori di giurisprudenza cartacei in uso. Ogni singolo volume arrivava a pesare anche 10 KG. Bisognava inoltre ben conoscere il sistema di classificazione per voci in uso perché diversamente ottenere un buon risultato diveniva impossibile. Le banche dati su supporto digitale e poi usufruibili mediante accesso ad internet sono conquiste recenti. Pur essendo stato un pioniere dell´informatica ed avendo informatizzato tutte le procedure di gestione dello studio legale da svariati anni, devo dire, che effettuare una ricerca giurisprudenziale sul materiale cartaceo resta ancora oggi un metodo di apprendimento consigliato soprattutto per coloro che iniziano la professione, magari come praticanti di studio. Sfogliando il librone di repertorio la curiosità spinge il giovane a posare lo sguardo e l´attenzione anche su altre voci contribuendo ad che aumentare il bagaglio culturale.
Ancora ricordo che all´esterno del palazzo di Giustizia di Napoli, sede della corte di appello, esistevano dei dattilografi che battevano a macchina testi che avvocati dettavano all´impronta con compensi a riga dattiloscritta. Il palazzo di Giustizia era situato all´interno di Castel Capuano un vecchio maniero di almeno 500 anni nel centro storico e per arrivarci era necessario parcheggiare nella zona della stazione nella "casbah" della duchesca. Oggi gli uffici giudiziari sono stati trasferiti ed il posto del castello è stato preso, al centro direzionale, da tre torri di 30 piani unite in una struttura non molto prratica dove per raggiungere la cancelleria da un´aula di udienza occorrono decine di minuti spesi tra ascensori e relative code.
Molti anni fa, uno dei problemi della giustizia era dato dei tempi lunghi sia nel civile che nel penale. Ma bisogna dire che quando ho iniziato io i tempi erano sensibilmente ridotti rispetto ad oggi, eppure già all´epoca sembravano tempi biblici.
Recentemente la televisione di Stato ha riproposto l´umana vicenda, passata alla storia come uno dei più grandi errori giudiziari, di Enzo Tortora. L´arresto di Tortora avviene nel giugno del 1983, condannato nel settembre del 1985 in primo grado, verrà assolto in appello nel settembre del 1986, sentenza definitivamente confermata in cassazione nel giugno del 1987. Dall´arresto alla sentenza definitiva erano passati esatti 4 anni. Oggi una tale durata dei tre gradi di giudizio per una situazione analoga sarebbe impensabile, per un processo con oltre 100 imputati occorre mettere in preventivo almeno 10 anni .
Negli anni numerosi interventi legislativi, spesso contraddittori, non hanno fatto altro che aggravare ulteriormente il già farraginoso meccanismo giudiziario. Da sempre un misto di burocrazia e formalismo senza eguali. Nel rito civile, ad esempio, quando ho iniziato la professione all´indomani di una importante, o almeno così si diceva, riforma avutasi nel 1996 esistevano dei ruoli di udienza appositi per le cause iscritte a ruolo dopo il 1996 che venivano chiamate "nuovo rito" per distinguerle dalle cause che invece erano soggette al rito procedurale . Dopo pochi anni era già arrivato un altro "nuovo rito" ed oggi siamo ormai arrivati all´ennesima riforma poi divenuta obsoleta . Mi riferisco al caso della mediazione obbligatoria che introdotta circa due anni fa ed applicata sostanzialmente da pochi mesi (marzo 2012 per le materie più importanti per numero di cause) è stata bocciata dalla Corte Costituzionale ieri l´altro. Anche la giustizia penale ha ricevuto numerose novelle ed interventi della Suprema Corte che nel corso di questi anni hanno inciso sui tempi di durata di un processo, tuttavia il processo penale resta un rito assolutamente e profondamente garantista, come è giusto che sia. Il vero ed irrisolto problema è dato dal fatto che il procedimento penale, ad avviso di chi scrive, è pensato per un solo imputato e quando invece si processano più persone o addirittura una moltitudine di soggetti (si pensi ai maxiprocessi) allora sussistono seri problemi procedurali che si ripercuotono sulla durata del processo. Allo stesso tempo per garantire un processo efficace è necessario che lo Stato garantisca importanti risorse per il funzionamento della macchina giudiziaria, si pensi all´indispensabilità della fonoregistrazione in udienza ed alla irrinunciabilità di tale registrazione.
Negli anni quindi anche il processo penale si è dilatato in ordine alla durata media che oggi ha una durata davvero esagerata. L´unico freno alla durata del processo penale è dato dalla prescrizione, non oso pensare quanti secoli possa durare un processo penale nell´ipotesi in cui , come pure qualcuno paventa, la prescrizione (civilissimo istituto) venisse riformata o ripensata. Non a caso nel processo civile dove la prescrizione è interrotta ed è sospesa per tutta la durata del processo si registrano anche processi durati 30 anni.
Il futuro della professione forense deve ormai tenere conto dell´uso di massa dell´informatica che costringerà anche il mondo giudiziario ad adeguarsi e ad evitare formalismi non necessari. Un tempo l´impegno verso la semplificazione del processo, civile e penale, era dato dall´oralità del procedimento. Si era convinti, in passato, che orale significava veloce. Oggi l´esigenza è l´informatizzazione non tanto per la velocizzazione dei tempi della giustizia, che non sembra stare a cuore al legislatore, quando per una esigenza di razionalizzazione e di contenimento dei costi. Staremo a vedere cosa succederà con il solito spirito critico pronti ad affrontare ulteriori 30 anni di "onorata" professione.
All´Avv. Salvatore Piccolo sono quindi pervenuti numerosi attestati di stima e di auguri per l´aver raggiunto il "grado" di cassazionista che autorizza l´avvocato sparanisano ad indossare la toga con il cordone d´orato invece che d´argento (riservata agli avvocati ed ai magistrati che non possono patrocinare o giudicare innanzi alle magistrature superiori). "Ringrazio tutti coloro che in questi anni mi hanno sostenuto ed hanno espresso stima nei miei confronti ed in particolare i miei assistiti che mi hanno consentito di raggiungere il traguardo di avvocato cassazionista" - ha affermato l´Avvocato Piccolo -
Il legale, con l´occasione, ha poi voluto brevemente ricordare gli inizi della professione, ecco quando evidenziato dal nostro sito web.
" Quando ormai molti anni fa (nel 1997 n.d.r.) ho aperto uno studio legale ed ho iniziato la professione forense esistevano ancora le preture dove i giovani praticanti procuratori legali potevano esercitare il patrocinio. Ricordo che in molti studi di affermati avvocati si scriveva con la macchina da scrivere ed il computer era un lusso raro, anche perché agli inizi serviva soltanto come macchina da scrivere che dava la possibilità di correggere eventuali errori . Le ricerche di giurisprudenza si effettuavano sui testi cartacei, e stabilire l´orientamento della giurisprudenza in una determinata materia era una impresa ardua anche per la fatica fisica che si faceva per maneggiare i repertori di giurisprudenza cartacei in uso. Ogni singolo volume arrivava a pesare anche 10 KG. Bisognava inoltre ben conoscere il sistema di classificazione per voci in uso perché diversamente ottenere un buon risultato diveniva impossibile. Le banche dati su supporto digitale e poi usufruibili mediante accesso ad internet sono conquiste recenti. Pur essendo stato un pioniere dell´informatica ed avendo informatizzato tutte le procedure di gestione dello studio legale da svariati anni, devo dire, che effettuare una ricerca giurisprudenziale sul materiale cartaceo resta ancora oggi un metodo di apprendimento consigliato soprattutto per coloro che iniziano la professione, magari come praticanti di studio. Sfogliando il librone di repertorio la curiosità spinge il giovane a posare lo sguardo e l´attenzione anche su altre voci contribuendo ad che aumentare il bagaglio culturale.
Ancora ricordo che all´esterno del palazzo di Giustizia di Napoli, sede della corte di appello, esistevano dei dattilografi che battevano a macchina testi che avvocati dettavano all´impronta con compensi a riga dattiloscritta. Il palazzo di Giustizia era situato all´interno di Castel Capuano un vecchio maniero di almeno 500 anni nel centro storico e per arrivarci era necessario parcheggiare nella zona della stazione nella "casbah" della duchesca. Oggi gli uffici giudiziari sono stati trasferiti ed il posto del castello è stato preso, al centro direzionale, da tre torri di 30 piani unite in una struttura non molto prratica dove per raggiungere la cancelleria da un´aula di udienza occorrono decine di minuti spesi tra ascensori e relative code.
Molti anni fa, uno dei problemi della giustizia era dato dei tempi lunghi sia nel civile che nel penale. Ma bisogna dire che quando ho iniziato io i tempi erano sensibilmente ridotti rispetto ad oggi, eppure già all´epoca sembravano tempi biblici.
Recentemente la televisione di Stato ha riproposto l´umana vicenda, passata alla storia come uno dei più grandi errori giudiziari, di Enzo Tortora. L´arresto di Tortora avviene nel giugno del 1983, condannato nel settembre del 1985 in primo grado, verrà assolto in appello nel settembre del 1986, sentenza definitivamente confermata in cassazione nel giugno del 1987. Dall´arresto alla sentenza definitiva erano passati esatti 4 anni. Oggi una tale durata dei tre gradi di giudizio per una situazione analoga sarebbe impensabile, per un processo con oltre 100 imputati occorre mettere in preventivo almeno 10 anni .
Negli anni numerosi interventi legislativi, spesso contraddittori, non hanno fatto altro che aggravare ulteriormente il già farraginoso meccanismo giudiziario. Da sempre un misto di burocrazia e formalismo senza eguali. Nel rito civile, ad esempio, quando ho iniziato la professione all´indomani di una importante, o almeno così si diceva, riforma avutasi nel 1996 esistevano dei ruoli di udienza appositi per le cause iscritte a ruolo dopo il 1996 che venivano chiamate "nuovo rito" per distinguerle dalle cause che invece erano soggette al rito procedurale . Dopo pochi anni era già arrivato un altro "nuovo rito" ed oggi siamo ormai arrivati all´ennesima riforma poi divenuta obsoleta . Mi riferisco al caso della mediazione obbligatoria che introdotta circa due anni fa ed applicata sostanzialmente da pochi mesi (marzo 2012 per le materie più importanti per numero di cause) è stata bocciata dalla Corte Costituzionale ieri l´altro. Anche la giustizia penale ha ricevuto numerose novelle ed interventi della Suprema Corte che nel corso di questi anni hanno inciso sui tempi di durata di un processo, tuttavia il processo penale resta un rito assolutamente e profondamente garantista, come è giusto che sia. Il vero ed irrisolto problema è dato dal fatto che il procedimento penale, ad avviso di chi scrive, è pensato per un solo imputato e quando invece si processano più persone o addirittura una moltitudine di soggetti (si pensi ai maxiprocessi) allora sussistono seri problemi procedurali che si ripercuotono sulla durata del processo. Allo stesso tempo per garantire un processo efficace è necessario che lo Stato garantisca importanti risorse per il funzionamento della macchina giudiziaria, si pensi all´indispensabilità della fonoregistrazione in udienza ed alla irrinunciabilità di tale registrazione.
Negli anni quindi anche il processo penale si è dilatato in ordine alla durata media che oggi ha una durata davvero esagerata. L´unico freno alla durata del processo penale è dato dalla prescrizione, non oso pensare quanti secoli possa durare un processo penale nell´ipotesi in cui , come pure qualcuno paventa, la prescrizione (civilissimo istituto) venisse riformata o ripensata. Non a caso nel processo civile dove la prescrizione è interrotta ed è sospesa per tutta la durata del processo si registrano anche processi durati 30 anni.
Il futuro della professione forense deve ormai tenere conto dell´uso di massa dell´informatica che costringerà anche il mondo giudiziario ad adeguarsi e ad evitare formalismi non necessari. Un tempo l´impegno verso la semplificazione del processo, civile e penale, era dato dall´oralità del procedimento. Si era convinti, in passato, che orale significava veloce. Oggi l´esigenza è l´informatizzazione non tanto per la velocizzazione dei tempi della giustizia, che non sembra stare a cuore al legislatore, quando per una esigenza di razionalizzazione e di contenimento dei costi. Staremo a vedere cosa succederà con il solito spirito critico pronti ad affrontare ulteriori 30 anni di "onorata" professione.