Il Napoli lotta per lo scudetto. Il popolo sogna il riscatto.
05-04-2011 14:05 - Cronaca
Se Aurelio De Laurentiis dovesse fondare un partito, si dovrebbe aderire a scatola chiusa. Quando si è trattato di dover presentare un candidato a sindaco di Napoli, in molti si erano rivolti al presidente del Napoli calcio, ma Aurelio ha rifiutato. In futuro con la crisi della politica non si sa mai. Certamente quello che i napoletani stanno vivendo nel calcio merita considerazione, ben oltre il momento sportivo. Il Napoli calcio già in passato ha vissuto momenti di gloria, quando Diego Armando Maradona, il pibe de oro, portò due scudetti ed una coppa UEFA. Non era tutto oro quello che luccicava e mentre Maradona incantava in campo con magie e giochi di prestigio, la sera passava il tempo con gente di dubbia fama che esasperarono le debolezze, trascinandolo nel vizio. Fece il giro del mondo una fotografia che ritraeva il campione del Napoli con il capoclan di Forcella. Subito dopo il primo scudetto, un Napoli ancora più forte ed impreziosito da campioni del calibro di Careca, pur avendo una ampio margine di vantaggio perse lo scudetto in favore del Milan. Si disse che lo scudetto fosse stato venduto alla camorra per le vicende nere delle scommesse clandestine. Dubbi mai sopiti. Dopo la fuga di Maradona, squalificato perché prima di scendere in campo sniffava cocaina, si scoprì che il Napoli non aveva i conti in regola e dopo qualche tempo di alterne vicende, nei primi anni del 2000 venne dichiarato fallito. Un vero dramma. Tanti affezionati che vivevano la passione per il Napoli, in un colpo solo, videro sparire quel passatempo domenicale che aveva la forza di annullare decenni di dotte discussioni sulla questione meridionale. Quell´orgoglio meridionale del "Napoli campione orgoglio del meridione" finiva nelle aule di Tribunale. Con la successiva dietrologia di un popolo che è incapace di affrancarsi da una classe dirigente corrotta e connivente con la criminalità organizzata , senza spirito di sacrificio e buono solo a scansare le fatiche, con tanto di burocrazia borbonica a rendere vano ogni tentativo di sviluppo. Soliti luoghi comuni frequenti nell´Italia di oggi, dove al governo vi è una forza politica che dell´antimeridionalismo ha fatto programma elettorale.
In questo contesto, quando all´indomani del fallimento divenne presidente del Napoli, investendo risorse importanti, Aurelio De Laurentiis, in pochi scommettevano che a distanza di cinque anni il Napoli si sarebbe ritrovato a lottare per lo scudetto. Ed è questo il miracolo di Napoli. Un Napoli che non ha un euro di debito ed è in grado di avere una squadra competitiva tanto da lottare per lo scudetto. Una squadra costruita con intelligenza e capacità manageriale notevole. Un pezzo alla volta. Prima il pocho Lavezzi e marechiaro Hamsik. Poi Maggio, De Santis e Dossena. Quest´anno il matador Cavani: 25 reti in una sola stagione, per ora..
I tifosi napoletani sognano e godono ed insieme a loro, senza retorica, un intero popolo spesso deriso ed accusato di incapacità, ma stavolta fiero di una squadra che è in grado di lottare con le grandi dando lezioni di imprenditoria applicata al calcio moderno. Un presidente che è napoletano a tutti gli effetti, si sente nell´accento, nel carattere, pur non abitando più a Napoli da parecchio. Un uomo già capace di successi imprenditoriali nel cinema e per questo affettuosamente ribattezzato "O´ mast", il maestro. Un maestro che non ha legami poco chiari, che è lontano anni luce dal quotidiano grigiore dei colletti bianchi campani spesso alle dipendenze della criminalità. Quella criminalità venuta alla luce dai libri di Saviano, romanzata, ma reale e concreta per chi vive da queste parti.
Validi economisti hanno scritto che uno scudetto a Napoli porterebbe una aumento del PIL regionale di almeno un punto, forse non è vero. Certamente se il Napoli dovesse vincere, quest´anno, lo scudetto sarebbe l´apoteosi totale di un popolo che vuole solo l´occasione per iniziare un riscatto dovuto alla moltitudine di persone oneste e per bene che da queste parti vivono e lavorano.
Per questo gridiamo FORZA NAPOLI.
In questo contesto, quando all´indomani del fallimento divenne presidente del Napoli, investendo risorse importanti, Aurelio De Laurentiis, in pochi scommettevano che a distanza di cinque anni il Napoli si sarebbe ritrovato a lottare per lo scudetto. Ed è questo il miracolo di Napoli. Un Napoli che non ha un euro di debito ed è in grado di avere una squadra competitiva tanto da lottare per lo scudetto. Una squadra costruita con intelligenza e capacità manageriale notevole. Un pezzo alla volta. Prima il pocho Lavezzi e marechiaro Hamsik. Poi Maggio, De Santis e Dossena. Quest´anno il matador Cavani: 25 reti in una sola stagione, per ora..
I tifosi napoletani sognano e godono ed insieme a loro, senza retorica, un intero popolo spesso deriso ed accusato di incapacità, ma stavolta fiero di una squadra che è in grado di lottare con le grandi dando lezioni di imprenditoria applicata al calcio moderno. Un presidente che è napoletano a tutti gli effetti, si sente nell´accento, nel carattere, pur non abitando più a Napoli da parecchio. Un uomo già capace di successi imprenditoriali nel cinema e per questo affettuosamente ribattezzato "O´ mast", il maestro. Un maestro che non ha legami poco chiari, che è lontano anni luce dal quotidiano grigiore dei colletti bianchi campani spesso alle dipendenze della criminalità. Quella criminalità venuta alla luce dai libri di Saviano, romanzata, ma reale e concreta per chi vive da queste parti.
Validi economisti hanno scritto che uno scudetto a Napoli porterebbe una aumento del PIL regionale di almeno un punto, forse non è vero. Certamente se il Napoli dovesse vincere, quest´anno, lo scudetto sarebbe l´apoteosi totale di un popolo che vuole solo l´occasione per iniziare un riscatto dovuto alla moltitudine di persone oneste e per bene che da queste parti vivono e lavorano.
Per questo gridiamo FORZA NAPOLI.