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Editoriale - Quante volte siamo stati offesi?

14-02-2019 13:04 - Cronaca
Una democrazia è tale se rispetta il principio della legalità. Vale a dire rispetto della legge. Non si può usare il consenso popolare come scudo per violare la legge. Prima o poi, inesorabile, arriva il conto con la magistratura che proprio perché ha l’obbligo di valutare con prudenza gli elementi di reità spesso impiega tempo. Commentare un arresto è sempre cosa difficile anche per il cronista. Si rischia sempre di trascurare l’aspetto umano di colui al quale è tolta la libertà. Pur sempre bene primario. Nel caso di Sparanise e dell’arresto del sindaco in carica vengono alla mente gli articoli di stampa, scritti certamente con il solo piglio del cronista, pubblicati dalla principale testata della Provincia di Caserta nei giorni passati. Articoli che l’interessato ora agli arresti e qualche suo amico spacciavano per fake news lamentandosi anche di una presunta imparzialità dell’autore dello scritto. I fatti di oggi hanno dimostrato che magari prestando maggiore attenzione anche alle critiche di stampa forse si poteva evitare che Sparanise finisse sulle cronache nazionali per l’arresto del primo cittadino. La sensazione è che giunto al potere, sulla poltrona di primo cittadino, indossata la fascia, che l’interessato materialmente volle comprare ex novo non volendo o potendo indossare quella usata dai predecessori, il sindaco, oggi attinto dalla misura cautelare, abbia usato il potere come clava contro gli avversari. Chiunque osasse criticare le misure amministrative, alcune palesemente impopolari si veda il senso unico di via Garibaldi, veniva fatto oggetto di pesantissimi attacchi anche personali, conditi da epiteti ingiuriosi e toni certamente non da primo cittadino. Una gestione del potere, inoltre, contraria a quanto dichiarato in campagna elettorale. Come è stato già mostrato (si veda il tg3 delle 14 del 13 febbraio), le parole della campagna elettorale sono ancora visibili nei vari video autoprodotti e stridono con i fatti giudiziari. Si prometteva una gestione diversa della cosa pubblica e degli appalti, senza impegni clientelari. In Procura a Santa Maria C.V. la pensano diversamente e, negli atti giudiziari finora emessi, è scritto che le indagini non sono finite e sono ancora in corso. Speriamo che Sparanise non debba finire ulteriormente sui telegiornali per fatti di cronaca giudiziaria, che , da soli, sono idonei a ferire a morte la dignità e l’orgoglio di una cittadina che mai aveva visto, sino ad oggi, il sindaco in carica agli arresti. Alla fine anche dai fatti negativi è possibile trarre un insegnamento. Questa vicenda insegna come l’umiltà sia la dote principale da utilizzare quando si è chiamati a ricoprire cariche pubbliche , ascoltare le critiche e confrontarsi con gli avversari è segno di intelligenza e forse avrebbe impedito di commettere fatti che la Procura, salvo la presunzione d’innocenza che spetta anche al sindaco agli arresti, ipotizza come reato, anche grave.

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