Chiuse le urne, vanno in archivio le elezioni con il COVID.
22-09-2020 23:25 - Cronaca
Cosa resterà delle, appena concluse, elezioni regionali 2020? Poche le sorprese decretate dalle urne. Anzi sono state le elezioni più scontate degli ultimi decenni. Tutti i presidenti di regione uscenti sono stati confermati, anche con ampio margine. Tutti i consiglieri regionali, per restare al dato locale, uscenti sono stati rieletti e questo a prescindere dal partito in cui si sono ricandidati. Paradossalmente anche i perdenti sono gli stessi. Nel senso che avevano perso le stesse persone anche 5 anni fa. Qui in Campania pure 5 anni vinceva De Luca e perdeva Caldoro con la Ciarambino da Pomigliano D’Arco a portare la bandiera stellata. Insomma questa volta le previsioni, comprese quelle che riguardavano gli eletti, erano facili. Forse l’unico dato di rilievo è l’aumento dei votanti. In piena pandemia tutti si aspettavano un calo dei votanti ed invece sono aumentati, a livello nazionale, regionale e locale. Fine dell’antipolitica? Forse. Certo votare due giorni con mezza giornata anche il lunedì avrà anche inciso qualcosa, con buona pace di coloro che invocando un presunto risparmio avevano ridotto le elezioni ad un’unica giornata con turni massacranti per i seggi elettorali che alla chiusura delle urne alle 23 dovevano poi inziare lo spoglio , senza pausa, che terminava la mattina dopo. Nella prima repubblica il turno elettorale era articolato, come ieri, in due giornate. Con lo spoglio il lunedì. Nella seconda repubblica le esigenze di spettacolarizzazione della politica hanno imposto, con il falso argomento del risparmio, l’unica giornata in maniera tale che la domenica sera potevano avere inizio i vari show televisivi. Prima gli exit poll, poi i dati reali ed in diversi casi capitava che uno si addormentava davanti al televisore convinto che avesse vinto uno schieramento e la mattina, al risveglio, succedeva che aveva vinto l’altro. Comunque non possiamo escludere che effettivamente il dato dell’aumento degli elettori possa rappresentare davvero un’inversione di tendenza ed anticipare la fine dell’antipolitica. In fondo coloro che sono entrati nel palazzo per aprirlo come una scatola di tonno ora sono loro stessi il palazzo e , si sa, quando uno si accomoda bene poi difficilmente vuole andare a casa. I mandati da due diventano tre , perché il primo era quello zero, e così via . In fondo anche la serie numerica di Fibonacci non inizia con uno , ma con zero. Poi bisogna pure spendere qualche parola sull’approvazione della legge costituzionale. I parlamentari, è definitivo, passano ora a 600. Questo significa che siedono oggi in parlamento 345 parlamentari in più. Dovrebbero restituire lo stipendio! Due volte alcuni di loro. Con i numeri attualmente espressi dagli elettori alle regionali, i 345 parlamentari “oggi abusivi” sono proprio quelli del movimento che hanno votato per la riduzione. Quel partito è l’unico che ha perso voti in maniera evidente. Inutile aggiungere altro. In un paese serio il rispetto degli elettori che hanno ridotto il numero dei deputati comporta una evidente delegittimazione di coloro che oggi siedono in parlamento. La novità è però un’altra. Non da poco. Tagliati con la forbice il numero dei parlamentari è evidente che servirà una nuova legge elettorale per le prossime elezioni. Se si votasse domani per una crisi improvvisa non sarebbe possibile attribuire i seggi. All’indomani del referendum il leader del partito che ha ridotto il parlamentari ha chiarito l’obbiettivo. Serve la legge elettorale e sarà proporzionale. Una legge elettorale simile veniva chiamata porcellum. Lo stesso autore della legge, non un luminare , ma un politico di media caratura, espresse chiaramente l’intento che lo animava quando propose la legge: fare una porcata, da li il termine. Si trattava di una serie di listini bloccati , con ordine deciso dai partiti. Il trionfo della partitocrazia. Ai capobastone, di tutti i partiti, bastava inserirsi nelle prime posizioni ed accomodarsi comodamente in parlamento. Alcuni candidati in buona posizione neppure facevano la campagna elettorale. Non serviva. Proprio il comico Grillo, impegnato all’epoca in vaffaday, oppure nell’attraversare lo stresso di Messina a nuoto, era particolarmente feroce contro il Porcellum. Quindi scansiamo l’idea di riproporre il Porcellum, allora significa che si saranno le preferenze come accade per eleggere i parlamentari europei. Si tratta del sistema elettorale che in Italia è esistito dal 1948 al 1992. Poi Mario Segni ed il referendum per abolire le preferenze, il maggioritario etc. Insomma dopo tanti giri si torna all’antico. Vuoi vedere che tornano i partiti tradizionali? Quelli che avevano un’ideologia ben definita, che per selezionare la classe dirigente celebravano i congressi? Tutto sommato sarebbe una buona idea. Probabilmente nemmeno voluta da coloro che hanno proposto e votato per il si. Quello che resta e pensiamo resterà anche per il futuro è un diverso approccio con l'elettorato da parte degli eletti. Via i comizi di piazza, via i manifesti selvaggi, e forte spazio ai social. I contatti sono liquidi, virtuali. Messaggini e video su FB. Una strano mix di vecchio e nuovo e chi riuscirà a mescolare meglio questi due ingredienti avrà sicuramente maggiori possibilità rispetto agli altri.
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