di Salvatore Piccolo
Sono trascorsi quarant'anni da quel tragico 23 settembre 1985, una sera di fine estate a Napoli, quando la vita di Giancarlo Siani fu spezzata da dieci colpi di pistola. Aveva solo 26 anni. Un cronista precario de "Il Mattino", ma un giornalista coraggioso. La sua Méhari verde, simbolo della sua indipendenza, divenne in un istante il palcoscenico di un'esecuzione brutale, voluta dalla camorra.
Siani non era un eroe da prima pagina, ma un "manovale dell'informazione" che, armato di taccuino e di una tenacia inesauribile, aveva osato fare nomi e scenari in terra di camorra. Una camorra che pretendeva silenzio e all’omertà. Le inchieste di
Siani, in particolare quella sull...